domenica 30 dicembre 2018

Monte Rosa—Cristo delle Vette

Cristo delle Vette (4167 m.) dalla Piramide Vincent (4215 m.)
Scendendo all'alba dalla Capanna Margherita sulla cima di Punta Gnifetti, ci addentriamo nella vallata bianca circondata da rocce di oltre 4000 metri. Uno sperone frastagliato spicca solitario. La statua del Cristo sulla cima del Balmenhorn la si raggiunge facilmente aggrappandosi a cavi e scalette.

Poco oltre, dalla cima della Piramide Vincent respiriamo tutta la grandiosità di questo scorcio di mondo sul massiccio del Monte Rosa.
Anche il cielo oggi ci è amico.

venerdì 30 novembre 2018

Pic des Mémises


Nella foresta, tra le rocce, sull'erba umida, attraverso le nuvole, fino a lanciare lo sguardo nell'azzurro, contando i picchi e gli strati e poi ancora una volta attratta dai ghiacciai.

La foresta prima, placida nel suo sonno appena iniziato, vi adagio i miei pensieri.


Le rocce biancastre oltre i rami sfrondati riverberano luce che per me diventa suono. Sensazioni di pietra liscia pungente spigolosa sotto i polpastrelli e i piedi, di spinte e appoggi che tutto assorbono rimandando energia.





Passo tra i sassi, ma poi c'è una scala per salire nell'aria senza toccare roccia, stretta al metallo freddo. A metà mi fermo: alla mia sinistra, file di spuntoni, cime, cocuzzoli a trapezio.
Poi, in alto, un passaggio sassoso si apre su un sentiero che penetra senza indugio nella nebbia e io con lui.

mercoledì 31 ottobre 2018

Laguna Cuicocha, Ecuador

Laguna Cuicocha, 3246 m.
L'aria è quella trasparente oltre i 3000 metri, che già dissipa le nebbie della mente. Il sentiero è appena ondulato, un po' tra cespugli, un po' tra alberi e fiori bizzarri. Il lago riempie il cratere di un vulcano, pare ormai pago.


Costeggiando il lago


domenica 30 settembre 2018

Crêt de la Neuve

Crêt de la Neuve, 1494 m., Jura svizzero
Dal villaggio di St. George, dopo un tratto noioso lungo una stradina asfaltata, si attraversa il bosco, oggi piacevolmente tiepido per una giornata di fine settembre, e poi i pascoli, che quasi impercettibilmente cominciano a ingiallire.
Lungo il percorso, una ghiacciaia, una caverna profonda nel terreno sul cui fondo c'è una massa di neve compatta. Era usata davvero come freezer un tempo. Scendo lungo le due scale a pioli che mi sprofondano nella terra, solo per il piacere di sentirmela (la terra) tutta attorno e di farmi un'idea di quanto ghiaccio ci sia ora sul fondo. Una piccola chiazza in effetti, forse un metro per uno e mezzo.

Poi riprendiamo a salire. Solo prati ora e, arrivati su un ultimo ciglio, ecco che la cima della Crêt de la Neuve, finora invisibile, compare con le sue due punte. E' un breve tratto fino alla bandiera. Resto qualche istante a guardare lontano, cercando le montagne nella foschia, poi naturalmente mi rivolgo all'altro cocuzzolo un poco più alto, con la croce di legno.
Mi meraviglio che quasi tutti gli altri che sono sulla cima si fermino alla bandiera. Perché? Possibile che non siano attratti dalle ultime rocce biancastre che si arrampicano per pochi metri ancora sul punto più alto della cresta? 
Io ci arrivo e mi ci trovo così bene, al sole di settembre, che ci resto a mangiare.

Là in fondo, se l'aria fosse tersa, vedremmo le Alpi con il Monte Bianco a dominare, e più a sinistra le montagne dello Chablais. Distinguo appena i due spuntoni affiancati delle Jumelles, il Grammont, le Cornettes de Bise, ma più che altro tiro a indovinare oltre la cortina di vapore.

Dalla cima
Poi è una lunga camminata su e giù per la cresta, ma meno in cresta di quanto mi piacerebbe. Attraversiamo ancora pascoli, vedo le mucche con gli occhi a mandorla, poi boschi.
Una lunga discesa fino a St. Cergue.


P.S.: le mucche dagli occhi a mandorla sono le Jersiaises. Non so perché, ma mi dimentico di fotografarle. Io non le avevo mai viste.

venerdì 31 agosto 2018

Color del paramo


Al risveglio il mondo è giallo-verde, un po' ruvido ma lindo e trasparente. I pochi colori accesi, compresa la mia maglietta rossa, lo scompigliano un poco.
Partiamo a esplorare.
Ma che ti aspetti??


Mi aspetto scoperte, qui non ci son mai stata.
Mi addentro nel paramo, prima erba alta e spighe che fendo come un mare. Poi, seduta, mi ci nascondo e quindi mi ci corico a sbirciare il cielo.
Più in là, un'altra scoperta: cespugli, foglie bianche e carnose, cuscini tondeggianti.


Io intanto continuo ad accendere di rosso e di stupita delizia questa parte di mondo giallo-verde.
E non sono sola...


Nei luoghi più impensati si può fiorire.

giovedì 26 luglio 2018

Veleggiando

Onde asciutte fino all'orizzonte, grigie, ocra.
Acqua poca, poche parole. Un poco di ombra sul tappeto, seduti in cerchio.
Sali e scendi ma ti porti da solo, avanti ancora, avanti.



Onde negli occhi s'affacciano alla mente
liquidamente colano,
sospingono, 
la riempiono onde infinite
fluttuano i pensieri liberi, pensieri nuovi.


Naadam

venerdì 29 giugno 2018

A mezz'aria sul ghiacciaio di Corbassière, Vallese, Svizzera.

Non posso fare a meno di percorrere la passerella per trovarmi sospesa di fronte al ghiacciaio.
Un ponte ondulante a 70 metri di altezza, che crea un cammino diretto di 210 metri tra una montagna e l'altra. Tra una sponda e l'altra. Tra un qui e un là, per continuare ad andare, variando un po' il percorso.

La passerella sul ghiacciaio
Poi ritorno sulle sue sponde per percorrerne almeno per un tratto i bordi.
Ai bordi del ghiacciaio

giovedì 31 maggio 2018

Dal ponte di Rialto

Senza sosta sul Canal Grande, Venezia. Scambi, incontri. Pensieri che scivolano, idee che nascono, azioni che giungono a compimento. Come è sempre stato, centro fervente di creatività.


domenica 29 aprile 2018

Plaza Grande, Quito

Quito, Plaza de la Indipendencia o Plaza Grande, Ecuador
La piazza è incontro, la piazza è vita.


Plaza de la Indipendencia, la Plaza Grande
 Non si è più soli. Per quel momento.



Non serve parlare. Si sta. In compagnia. E se si vuole, si parla, niente di più facile. Niente di più  normale. 



Va e vieni. Un sorriso, uno sguardo, un cenno, due chiacchiere.
Piazze latine del mondo.

sabato 31 marzo 2018

Notte sul Kilimanjaro

Kili di notte
Notte tersa e nera, così tersa che ti sembra di vedere nel buio cupo, profondo interminabile, e infatti vedi il nero, un nero brillante che riverbera e ti illumina dentro e così puoi vedere davvero.
Cammini.

mercoledì 28 febbraio 2018

Ancora tempo di neve. Come fossi al mare, solo gli indumenti cambiano.

Mi immergo e riemergo, la neve mi sfiora, talvolta mi faccio avvolgere, poi prendo un grande respiro di vasto spazio biancoazzurrorosato.
Plateau di Glières, Alta Savoia





mercoledì 31 gennaio 2018

Gli occhi pieni di Alpi dalla cima della Dôle, 1677 m., nel Jura Vaudois.

Dal Monte Bianco alle Grande Jorasses, le varie Aguilles, la Dent du Midi e ancora più in là, fino a Jungfrau, Mönch e Eiger.


L'arco alpino dal Monte Bianco (e anzi, da alcune cime a ovest del massiccio) al trittico Eiger, Mönch, Jungfrau
Salendo sulla montagna, passo ora in Francia, ora in Svizzera saltando di qua e di là della frontiera indicata dalle vecchie pietre di confine.

Il giglio, sono in Francia

Ora in Svizzera nel cantone Vaud. République helvétique une, RHU, pare almeno, fine '700

Sbuco dalle nuvole per vedere ancora, finalmente.

Il mondo sopra—il mondo ancora dalla cima della Dôle

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