sabato 31 marzo 2018

Notte sul Kilimanjaro

Kili di notte
Notte tersa e nera, così tersa che ti sembra di vedere nel buio cupo, profondo interminabile, e infatti vedi il nero, un nero brillante che riverbera e ti illumina dentro e così puoi vedere davvero.
Cammini.

Segui la scia nel buio, quella stretta striscia di sassi e di terra ai cui lati intuisci altre rocce ma fino a dove non sai, immagini un dirupo appena più in là che precipita in giù ma tu cammini sul bordo sereno, quel bordo ti basta, non lasci la traccia.
Non temi, procedi appigliandoti ai sassi, naturalmente, senza dubbi o incertezze.

Guardi davanti, guardi nel nero, lo penetri impenetrabile, vedi il nero nel fondo del nero, senti rumori, senti le voci degli altri ma non le ascolti.
Ogni suono, però, acuto, attutito, breve, profondo, fischio, borbottio, risata, sospiro, ti tocca, ti richiama e infine ti scuote. Avanzi adesso sempre più attento ai rumori, più conscio, più parte di quella realtà buia e vociante, e finalmente ti svegli.

Continui a guardare, pronto ora a scorgere una forma, un contorno a quei suoni, occhi aperti nel nero, e nel nero ora vedi.
Ti vedi.
Vedi te e la montagna tua unica compagna di terra che ti tiene con sé stanotte, per ora, tu speri per tutta la notte e ti assista mentre guardi e capisci.

Tu, la montagna…e il freddo…

Freddo, ti svegli e ti accorgi del freddo. Senti il gelo sul viso, aria tagliente che ti sferza le guance e le labbra, le smuovi ma non riesci a parlare, hai male agli zigomi e al mento, senti il freddo negli occhi. Ma sei attento, ti scopri sensibile, i tuoi sensi acuiti, reattivi come non sapevi.

E intano cammini, la notte è appena iniziata e cammini. Sollevi il piede e lo appoggi più avanti, calchi la terra e le rocce, le senti premute sotto il tuo peso, terra nella terra, tu nella terra, gelo sulla tua fronte, nell'aria che smuovi e sulla terra, vi avvolge.
Respiri.

… E l’aria ti manca! Sì, ti accorgi ora che l’aria ti manca! Annaspi un momento, panico, ti allarmi!

Ma è soltanto un istante, rammenti, tu e la montagna, certo, sei con lei, in alto con lei, respiri la sua aria fina, e più cammini più è gelida e fina, lo sai e stanotte vuoi che ti basti quest'aria sottile per poter restare con lei, la montagna, fino alla sua roccia più alta.

Il respiro è di nuovo ritmato e  di nuovo ritrovi silenzio e quiete e guardi avanti, il tuo petto spalancato a lei, per dare e ricevere. Alle sue rocce e alla sua terra presenti il tuo cuore e la tua mente, alle sue fattezze ruvide ma stanotte accoglienti per te, dai la tua fragilità consapevole e il tuo desiderio di abbandonarti al suo abbraccio, alla sua essenza indiscutibile la tua, semplice e appassionata.
Avanzi attento e emozionato, il tuo proposito evidente, le tue debolezze evidenti, la tua passione e il tuo amore così veri e reali che non esiste timidezza.

Sete ora. L’aria fredda e fina ti asciuga e ti impasta la bocca, hai sete, con naturalezza cerchi la bottiglia, fai il gesto di bere. Ghiaccio. Aspiri, ma niente, scuoti la bottiglia, la tua lingua cerca acqua ma niente, non una goccia. Con le mani cerchi di sciogliere il ghiaccio più in alto dove lo credi più fragile, soffi il tuo calore, sfreghi, una goccia, una sola, ci riprovi, un’altra goccia ancora, almeno due ne vuoi, cerchi acqua, brami acqua. No, non si scioglierà salendo, devi accettarlo e succhiare quel poco che avrai nel resto della notte. Hai sete e ne soffri, ma vuoi calmarti, regolare di nuovo il respiro sui passi, scacciare il pensiero, riprendere il dialogo con la montagna e la terra. … E con il cielo.

Il cielo è nero, guardi ancora il nero e ancora lo penetri più su, più lontano… ancora più in là… nel nero, il cielo nero…nero…

e infinitamente stellato…
Stupore…
Silenzio totale…
Sei estasiato.

Il respiro si ferma, ogni suono svanisce, ogni cosa scompare, c’è solo il cielo per sempre oltre ogni spazio, pieno di stelle, minuscole, vicine, lontane, infinite per sempre, il tempo scompare.
Cammini nel cielo, respirando il cielo, sospeso nel cielo, cielo sopra e sotto di te, sotto i tuoi piedi e la montagna e ancora più giù c’è il cielo. Attorno a te una pioggia di stelle per sempre, le senti, ti sembra ti toccarle, ti accorgi di toccarle, tu, la montagna, la terra, il cielo. La vita attorno a te. Vita attorno a te uguale a te, vedi, senti, ti senti sfiorato, qualcosa ti tocca, ti cerca, ti sorride, sorridi, ti chiama… cerchi, rispondi, tendi la mano, abbracci, sorridi…

Sei felice. Pieno di gioia incantata cammini. Quella tua chiara, semplice essenza, tu, raggiungi le stelle oltre le stelle, scivoli tra loro come una brezza leggera, come acqua che scorre, respiri il cielo, guardi la vita che freme molteplice, tocchi, rispondi fremente, calchi la magnifica montagna che ti accompagna più in su e tra poco inviterà il sole a stare con voi, accarezzi la terra tra le dita.

Il Kilimanjaro, 5895 m., dal campo Shira 1


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