martedì 16 giugno 2015

Yangshuo - sulla soglia dei sogni

L’atmosfera è un po’ quella di una città californiana sulle rive del Pacifico nei tardi anni ’60, almeno per come me l’immagino io: superamento delle convenzioni, orizzonti che si spostano lontano, creatività che fermenta, coraggio di
sognare di più, entusiasmo per ciò che ora può davvero essere.


 
Sulla West Street se ne vanno soprattutto giovani e giovani ritrovati nelle loro apparenze vissute o solo consunte, in tenuta estiva rilassata. Sandali, sole sulla pelle, vivacità di sguardi e movimento, colori, conversazioni. Più che atmosfera di vacanza, aria di libertà, almeno per i non Cinesi lontani dagli schemi ritmati e dalla prevedibilità quotidiana. La sensazione di possibilità di incontri inimmaginati con persone, idee, esperienze.


Un caffè dopo l’altro sulla West Street e sulle vie vicine, guest houses, gallerie d’arte.

Mi siedo in un caffè a un tavolo all’aperto per restare vicino all’azione e non perdermi la possibilità di incontri. Caffè espresso italiano e all’italiana che mi ravviva i sensi ancor di più. Chiacchiero con il ragazzo del bar, il solo Cinese tra tanti occidentali, ci scambiamo le nostre storie di passaggio, immaginiamo percorsi, tutto è possibile nella libertà.

Sui vetri della porta d’ingresso dei fogli colorati danno il benvenuto in tante lingue diverse a chi arriva, sono stati scritti da gente di passaggio come me, un invito di accoglienza al mondo. Manca il saluto in italiano e quindi non posso fare a meno di aggiungerlo, suono armonioso in una lingua fluente che canta. Chiedo al ragazzo del bar un foglio nuovo e un pennarello e scrivo su uno sfondo giallo luminoso un altro richiamo affettuoso al mondo.

 
In strada a curiosare nei negozi che come sorgenti inesauribili fanno sgorgare ninnoli di ogni foggia e dimensione, intricati di figure o essenziali nei tratti dall’equilibrio perfetto. E poi le gallerie dove gli artisti cinesi di oggi mostrano le loro creazioni, stessa sensibilità ancestrale che si modella e trasforma per generare una sfumatura mai vista, una forma nuova.


In riva al fiume Li, poi, incantata a guardarlo mentre accarezza le colline verdi e appuntite che spuntano così improbabili dall’acqua. Stamattina presto su una barchetta ho navigato tra loro assorbendo quella realtà, assimilando quell’idea. Ho evitato la crociera ufficiale e affollata per occidentali, per vedere il fiume in silenzio e all’alba quando solo i pescatori ci tuffano i loro pensieri. La guida parlava cinese e non ho capito niente, non conosco così le storie convenzionali delle colline nel fiume ma solo quello che loro stesse mi hanno raccontato.


 
Ritornerò un giorno per rivederle dal battello che parla inglese, certe cose han così tanto da dire che vanno frequentate a più riprese. Ripasserò allo stesso caffè per vedere se è ancora accogliente e amichevole, se c’è ancora lo stesso ragazzo al bar e se…
Il mio saluto è ancora là!



 PS: Yangshuo può essere vissuta in modo totalmente diverso, città chiassosa di bar e cianfrusaglie, se non si rimane sospesi nell’atmosfera sognante che dal fiume pervade sottilmente la città. Questione di scelta.


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