In pullmino ho raggiunto il villaggio di
Xidang, in un angolo dello Yunnan al confine con il Tibet. Sono con tre
compagni di viaggio e con le guide cinesi locali che sono buddhiste.
Alle
sorgenti calde di Xidang la strada finisce in uno spiazzo dove si trova una
specie di ufficio turistico – in realtà una stanza con un tavolo e una persona
che dovrebbe dare informazioni in cinese - e un piccolo emporio. Dietro
l’emporio c’è un sentiero che sale al passo di Nanzongla a 3'720 metri e poi scende
verso il villaggio di Yubeng Superiore.
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Imbocchiamo il sentiero da Xidang Hot Springs (in azzurro sulla mappa), diretti a Upper Yubeng |
Imbocco il sentiero baldanzosa, non vedo l’ora
di essere a quote più alte nell’aria fine e fresca. Sono 1'100 metri di
dislivello da percorrere fino al passo e ben presto, nonostante il distensivo
paesaggio bucolico
che mi circonda – rododendri in fiore e yak – comincio ad ansimare. Che salita! Un’erta ripida che non dà tregua e io che, spinta da non so che fuoco, sto cercando di superarla senza fermarmi mai. Sento le forze affievolirsi, gli zuccheri calare, ma mi limito a bere un po’ d’acqua direttamente dalla cannuccia che esce dallo zaino così non mi fermo e procedo imperterrita.
che mi circonda – rododendri in fiore e yak – comincio ad ansimare. Che salita! Un’erta ripida che non dà tregua e io che, spinta da non so che fuoco, sto cercando di superarla senza fermarmi mai. Sento le forze affievolirsi, gli zuccheri calare, ma mi limito a bere un po’ d’acqua direttamente dalla cannuccia che esce dallo zaino così non mi fermo e procedo imperterrita.
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Uno yak - anzi è un semi-yak o dzo - mi segue per un tratto |
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Una teahouse lungo il sentiero |
Quando dopo più di due ore sto finalmente per
arrendermi e sedermi per mangiare qualcosa, compare in fondo al sentiero una
nota svolazzante di colore. Vado avanti incuriosita ed eccone altre, drappi
colorati che si infittiscono come procedo. Sono le bandiere di preghiera che mi
dicono che il passo è vicino! Dimentico la fame e lo stremo e seguo la traccia
di bandiere, ora sempre più numerose fino a trovarmi sotto un vero e proprio
tunnel che mi porta fino al passo. Fantastico!
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... il passo è vicino!!! |
E quando il tunnel finisce e lo scenario si
apre rimango senza fiato di fronte alle magnifiche montagne Meili ricoperte di
neve, sfolgoranti nel cielo pieno di sole e incorniciate dalle bandiere di
preghiera.
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Le maestose montagne Meili |
Dal passo scendo al villaggio superiore di
Yubeng dove mi fermo in un rifugio.
Il mattino dopo riparto con Norbu e Lachdun,
le due guide cinesi, verso le cascate sacre, le "Mysterious Waterfalls" della mappa nella prima foto. Stiamo compiendo una kora, un
pellegrinaggio che i Buddhisti fanno per guadagnare “meriti” e potersi reincarnare
in un essere superiore nella vita successiva.
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Upper Yubeng |
Il sentiero verso le cascate è disseminato di
offerte appese agli alberi – bracciali, collane, grappoli di sassi legati
insieme da fili colorati – e nella prima parte è una piacevole passeggiata.
Norbu ci precede assorto, recitando mantra e presto Lachdun ed io lo perdiamo
di vista. Finché arriviamo a una grossa roccia dove troviamo il suo zaino. Ci
avviciniamo per cercarlo ma mentre stiamo per arrampicarci tra i sassi veniamo
bloccate:
“No!” ci grida “Non salite di lì, di lì si
scende!”
Guardo interrogativa Lachdun.
“E’ vero!” mi spiega lei “Dobbiamo salire
dall’altra parte, attraversare le rocce e scendere di qui, in senso orario.”
Avevo dimenticato che i Buddhisti si muovono in senso orario in un luogo sacro.
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Ascolto con gioia... |
Norbu presto si riunisce a noi e abbordiamo
l’ultimo tratto – ora in salita, dura salita – verso le cascate sacre. Una
striscia di bandiere di preghiera a terra lungo il sentiero ci avvisa che le
stiamo raggiungendo. Poi ecco un cartello “La montagna è sacra. Non parlate ad
alta voce”. E’ un posto bellissimo, fuori dal mondo che conosco, brillante,
silenzioso ma al tempo stesso risonante di melodie.
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Seguiamo le bandiere di preghiera fino alle casate sacre |
E là in fondo ecco le cascate che si riversano
dalla montagna su un’ampia spianata.
Lachdun senza dire nulla ci lascia e arrivata
a pochi metri dalle cascate comincia a inchinarsi a loro, le mani sopra la
testa.
Norbu va direttamente sotto gli scrosci
d’acqua e per tre volte passa sotto le cascate in senso orario.
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Le cascate sacre e Lachdun |
Io dopo un attimo di incertezza opto per una
doccia in segno di amicizia per Lachdun e Norbu e di riconoscimento e mi avvio
verso la montagna. Non ho ancora raggiunto la prima cascata che improvvisamente
vengo investita da una doccia fredda e leggera che si riversa abbondantemente
su di me e sono inzuppata in un attimo.
“Viene da te! Viene da te!” mi grida una
ragazza che come Norbu sta rendendo omaggio alle cascate, “La cascata viene da
te! Significa che sei una persona buona, ti ha riconosciuta!”
Si dice appunto che la cascata vada incontro
agli animi buoni che si recano da lei.
Era ora che qualcuno se ne accorgesse… Ecco
perché dovevo venire fin qui, perché una cascata magica apprezzasse finalmente
la mia natura.
Sono tutta bagnata e ho un po’ freddo. Questa
brezza, anzi… direi vento, non aiuta… ;)
Map
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