L'Aguille du Tour dal versante del rifugio Albert premier |
Dal col de Balme è
una lunga passeggiata fino al rifugio Albert premier. Solo l'ultima rampa lungo
la morena è sdrucciolevole, così la meta risulta meno vicina di quel che
sembra. Ma se si accetta il cambiamento di ritmo e ci si adegua al terreno, ci
si porta avanti, passo dopo passo, come sempre.
L'Albert premier è accogliente, cosa non scontata per
i rifugi superaffollati della regione del Monte Bianco. Mai provato il Tête Rousse sulle pendici del Monte Bianco?
Se no, continuate a evitarlo!
Passata la notte a rigirarmi nel giaciglio assegnatomi, balzo in piedi all'ora stabilita. La colazione è buona e abbondante e ancora trovo strano come in montagna, perlomeno fino ai 4'000 metri, riesca a mangiare di gusto nel mezzo della notte. In realtà stavolta non è poi così presto, l'alba è vicina.
Passata la notte a rigirarmi nel giaciglio assegnatomi, balzo in piedi all'ora stabilita. La colazione è buona e abbondante e ancora trovo strano come in montagna, perlomeno fino ai 4'000 metri, riesca a mangiare di gusto nel mezzo della notte. In realtà stavolta non è poi così presto, l'alba è vicina.
In breve siamo fuori sul ghiacciaio sotto un cielo che in pochi minuti vira dal nero, al blu scuro, al rosato e si riflette sulla neve facendoci vivere per qualche istante in un mondo tutto rosa.
Il Monte Bianco |
I ramponi si aggrappano alla neve ghiacciata,
attraversiamo il ghiacciaio puntando alla salita che si incurva dietro la
montagna fino al passo.
Verso il passo |
Piano piano arriviamo alla salita e l'abbordo con sospetto guardando le rocce verso il passo. Ma le superiamo pazientemente e ci avviamo sul versante opposto fino ad aggirare l'Aguille du Tour e arrivare ai suoi piedi.
Il passo e il versante opposto al rifugio |
Lasciandoci alle spalle il passo |
L'ultimo tratto di ghiacciaio prime delle rocce |
Un ultimo tratto di ghiacciaio fino alla
parete e poi solo rocce. Mi appoggio, mi aggancio, mi avvinghio, striscio, mi
sollevo.
Verso la cima dell'Aguille du Tour a 3540 metri |
Aspettando di raggiungere le rocce piu' alte |
Siamo partiti per tempo e siamo tra i primi a salire.
Solo noi e la roccia, finché mi fermo un attimo e mi
guardo attorno.
La cima. Mi arrampico entusiasta, mi siedo,
poi mi metto in piedi come se così dessi un contributo più grande al movimento
o ne fossi una protagonista anziché una spettatrice.
Da pari a pari qui oggi, scambiamoci ciò che abbiamo,
diamo un impulso al movimento.Ascolto e rispondo tacendo.
Il ghiacciaio alla base dell'Aguille du Tour prima di arrivare alla roccia |
Poi di nuovo il ghiacciaio, le rocce innevate del passo e la camminata al rifugio con gli occhi spalancati verso l'oltre, i polmoni che si espandono, la mente desiderosa di riempire nuovi spazi.
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