mercoledì 13 gennaio 2016

Weissmies

Il Weissmies dal ghiacciaio prima della salita finale, 4023 metri
Il Weissmies è speciale perché è il mio primo 4000 alpino.

Ma tutte le montagne sono speciali per un motivo o per l’altro, per un colore, un sasso, un pendio, di ciascuna ricordo l’atmosfera e i miei passi vibranti e unici su quel terreno unico.
Del Weissmies ricordo anche che è stato il primo perché quel giorno l’Allalinhorn non poteva riceverci.

Saas Fee e la punta arrotondata dell'Allalinhorn sullo sfondo
A Saas Fee da un giorno, passeggiavo tra gli chalet di legno sempre guardando lui, l’Allalinhorn, che avevo scelto come primo tentativo oltre i 4000 metri (4027, ma mi bastava…) su ghiacciaio. Step by step, mi muovo così… e per farla ancora più facile avevamo deciso di salire un tratto col trenino, il metrò alpino, fino alla stazione più alta e da lì incamminarci verso la vetta. 600 metri di dislivello, step by step, dovevo testarmi in altitudine su ghiacciaio.


Saas Fee, sullo sfondo l'Allalinhorn a sinistra e l'Alphubel a destra
Saas Fee è carina, ma il giorno prima della cima non mi piace avere così tanto tempo libero, vorrei chiudere la giornata in fretta, dormire e partire sguardo anelante alla vetta.
Anche in quel caso la serata si trascinava e io ero troppo eccitata per coricarmi presto, troppo cauta per uscire ancora rischiando di stancarmi. Chiacchiere esili quindi, ma poi uno squillo a interrompere il dondolio annoiato e paziente dei pensieri.

Rispondo al telefono e incredula ascolto: il metrò alpino è in panne.
On off.

Ora va, ora non va.

Tutto il giorno si era inerpicato ed era ridisceso, ingranaggi oliati, tempismo perfetto. E poi di punto in bianco si era bloccato, stop, cammino interrotto, di qui non si passa, isolando noi dalla montagna e dai suoi 4027 metri.

Che cosa facciamo?

Lunga salire a piedi da Saas Fee (e poi ritornare tutta a piedi!), non c’è tempo per riorganizzare l’escursione. Ma attorniati da montagne, possiamo cambiare meta.

E il Weissmies ci chiama: 4023 metri su e giù per il ghiacciaio senza attraversare la cresta. Vacillo un attimo perché il dislivello è un po’ maggiore, come al solito dubito, ma tant’è, proviamoci.


Al mattino, dietro il rifugio vicino alla stazione di Hohsaas, punto di arrivo della funivia, raggiungiamo il bordo del ghiacciaio di Trift. I miei occhi anelanti rotolano su quella lunga distesa che sale nel bianco e si fermano emozionati lassù appena prima di piombare nel cielo, sulla punta sfuggente del Weissmies.

Il Weissmies dal bordo del ghiacciaio, a circa 3100 metri
Dal bordo del ghiacciaio vedo tutto il percorso che già luccica sotto il sole perché è estate e perché sono già passate le 8. Impossibile arrivare qui prima al mattino, la funivia entra in funzione tardi e questo mi allarma un poco perché in alta montagna a quest’ora vorrei essere già in cima.

Ma penso piuttosto che il Weissmies oggi è bellissimo e così invitante che pare proprio essere d’accordo a incontrarci.
Fiduciosa e piena di questo paesaggio abbasso gli occhi e mi chino per agganciare i ramponi.
Partenza! Foto scattata dalla mia amica Neha
I pensieri volano via come attacchiamo la marcia.
Andiamo tranquilli, il tempo è sospeso, non ci sono i minuti che scorrono, ci sono il sole, il ghiaccio, la montagna, l’aria fredda e dorata sulla pelle - quel poco di pelle scoperta del mio viso - e nei miei polmoni. Mi abbevero di aria sole montagna e avanzo avvinghiando il ghiaccio con le punte d’acciaio.

La distesa, piatta da lontano, si anima mentre la percorro: rocce, protuberanze ghiacciate, sprofondamenti, rilievi, striature gelate, blocchi di ghiaccio che da laggiù non avevo notato. Mi muovo all’erta, step by step, David in testa conosce il percorso, ma la montagna è cangiante e il cammino va ridisegnato ogni volta…
Salendo lungo il ghiacciaio


Seguendone le sue ondulazioni, sento che la montagna cresce dentro di me: si definisce in me, come se la stessi costruendo in quello spazio ineffabile che contengo tracciandone i contorni passo a passo. Mi fermo un istante per guardare la cima oltre l’ultima salita che scivola lungo il suo profilo sinuoso di fiamma avida di cielo, sole, aria…


Ora i passi volano perché il mio sguardo è fisso là in alto. Sono conscia del mio procedere e della luce solare che sta sempre più illuminando i miei pensieri. Le mie visioni.

La salita finale
Arriviamo in cima, mio traguardo di oggi, sorgente, luce, abbraccio grato, risposte, altri orizzonti e nuove domande.

Panorama dalla cima
Dalla cima del Weissmies, 4023 metri


Nessun commento:

Posta un commento

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *