Il Weissmies dal ghiacciaio prima della salita finale, 4023 metri |
Il Weissmies è
speciale perché è il mio primo 4000 alpino.
Ma tutte le montagne
sono speciali per un motivo o per l’altro, per un colore, un sasso, un pendio,
di ciascuna ricordo l’atmosfera e i miei passi vibranti e
unici su quel terreno unico.
Del Weissmies ricordo anche che è stato il primo
perché quel giorno l’Allalinhorn non poteva riceverci.Saas Fee e la punta arrotondata dell'Allalinhorn sullo sfondo |
Saas Fee, sullo sfondo l'Allalinhorn a sinistra e l'Alphubel a destra |
Saas Fee è carina, ma il giorno prima della
cima non mi piace avere così tanto tempo libero, vorrei chiudere la giornata in
fretta, dormire e partire sguardo anelante alla vetta.
Anche in quel caso la serata si trascinava e
io ero troppo eccitata per coricarmi presto, troppo cauta per uscire ancora
rischiando di stancarmi. Chiacchiere esili quindi, ma poi uno squillo a
interrompere il dondolio annoiato e paziente dei pensieri.
Rispondo al telefono e incredula ascolto: il metrò
alpino è in panne.
On off.
Ora va, ora non va.
Tutto il giorno si era inerpicato ed era
ridisceso, ingranaggi oliati, tempismo perfetto. E poi di punto in bianco si era
bloccato, stop, cammino interrotto, di qui non si passa, isolando noi dalla
montagna e dai suoi 4027 metri.
Che cosa facciamo?
Lunga salire a piedi da Saas Fee (e poi ritornare tutta a piedi!), non c’è tempo per riorganizzare l’escursione. Ma attorniati da montagne, possiamo cambiare meta.
E il Weissmies ci chiama: 4023 metri su e giù
per il ghiacciaio senza attraversare la cresta. Vacillo un attimo perché il
dislivello è un po’ maggiore, come al solito dubito, ma tant’è, proviamoci.
Al mattino, dietro il rifugio vicino alla
stazione di Hohsaas, punto di arrivo della funivia, raggiungiamo il bordo del
ghiacciaio di Trift. I miei occhi anelanti rotolano su quella lunga distesa che
sale nel bianco e si fermano emozionati lassù appena prima di piombare nel
cielo, sulla punta sfuggente del Weissmies.
Il Weissmies dal bordo del ghiacciaio, a circa 3100 metri |
Dal bordo del ghiacciaio vedo tutto il
percorso che già luccica sotto il sole perché è estate e perché sono già passate
le 8. Impossibile arrivare qui prima al mattino, la funivia entra in funzione
tardi e questo mi allarma un poco perché in alta montagna a quest’ora vorrei
essere già in cima.
Ma penso piuttosto che il Weissmies oggi è
bellissimo e così invitante che pare proprio essere d’accordo a incontrarci.
Fiduciosa e piena di questo paesaggio abbasso gli
occhi e mi chino per agganciare i ramponi.Partenza! Foto scattata dalla mia amica Neha |
Andiamo tranquilli, il tempo è sospeso, non ci sono i minuti che scorrono, ci sono il sole, il ghiaccio, la montagna, l’aria fredda e dorata sulla pelle - quel poco di pelle scoperta del mio viso - e nei miei polmoni. Mi abbevero di aria sole montagna e avanzo avvinghiando il ghiaccio con le punte d’acciaio.
La distesa, piatta da lontano, si anima mentre la percorro: rocce, protuberanze ghiacciate, sprofondamenti, rilievi, striature gelate, blocchi di ghiaccio che da laggiù non avevo notato. Mi muovo all’erta, step by step, David in testa conosce il percorso, ma la montagna è cangiante e il cammino va ridisegnato ogni volta…
Salendo lungo il ghiacciaio |
Ora i passi volano perché il mio sguardo è fisso là in alto. Sono conscia del mio procedere e della luce solare che sta sempre più illuminando i miei pensieri. Le mie visioni.
La salita finale |
Arriviamo in cima, mio traguardo di oggi,
sorgente, luce, abbraccio grato, risposte, altri orizzonti e nuove domande.
Panorama dalla cima |
Dalla cima del Weissmies, 4023 metri |
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