Danze al tramonto nella piazza nuova |
Gyalthang??
Una piccola città tibetana nel nord-ovest dello Yunnan, protesa verso le alte montagne di Kawa Karpo. Stradine di ciotoli, botteghe, bar, un monastero. Mi piace camminare nella città “vecchia” e incontrare gli sguardi della gente perché sono spesso qualche attimo più protratti del solito. Abbiamo qualcosa da dirci?
Una piccola città tibetana nel nord-ovest dello Yunnan, protesa verso le alte montagne di Kawa Karpo. Stradine di ciotoli, botteghe, bar, un monastero. Mi piace camminare nella città “vecchia” e incontrare gli sguardi della gente perché sono spesso qualche attimo più protratti del solito. Abbiamo qualcosa da dirci?
Nella città "vecchia" |
Mercato nella città "vecchia" |
Shangri-La
è la strada larga percorsa dai pullman, gli hotel con servizio “continentale”, i
souvenir fatti a Hong Kong. La superficie lustra che promette tutte le
attrazioni che dovresti ritenere allettanti sei ti consideri informato e
fashion.
Il monastero Ganden Sumtseling |
La scalinata verso il monastero |
Meglio
Zhongdian allora?
Questo
è il nome conferitole appena “adottata” per rifarle una vita che si imponesse
sul suo passato. Piccole case in serie verso la periferia, un giardino
pubblico, un palazzo nuovo in stile tibetano, le botteghe di souvenir nella
città “vecchia” ricostruita. Qualche richiamo al passato tibetano qua e là,
perché i turisti cercano distrazioni e curiosità, proprio come quando visitano
Hollywood.
Vita al monastero |
Zhongdian
è falso, Shangri-La è un trucco.
È ancora
Gyalthang infatti.
Gyalthang
è viva. Nella gente che vende i souvenir, cammina nelle stradine, serve il tè
nei vari bar, sale al tempio e balla in piazza.
La
gente di Gyalthang nutre silenziosamente la propria cultura e identità, non
potendone fare a meno accetta il travestimento che li ricopre ma che non è che
un velo trasparente. Il mio sguardo un po’ più lungo del solito negli occhi di chi incontro cerca oltre
questo velo, quello ricambiato che ricevo… non so… Abbiamo qualcosa da dirci?
Il
turista che si affretta tra una Hollywood e l’altra non ha tempo per
accorgersene, tocca la superficie lucida per graffiarne via per sé una briciola
di lucentezza e passa oltre.
Nelle
due piazze di Gyalthang, quella della città nuova più in basso e quella della
città “vecchia”, la gente si ritrova ogni sera al tramonto per ballare insieme.
Le musiche sono quelle tradizionali, la gente arriva nei suoi abiti preferiti e
tutti insieme ballano, girando attorno alla piazza in senso orario,
saltellando, piegandosi, prendendosi e lasciandosi le mani.
Chiunque
può partecipare e lasciarsi trascinare a dimenticare per un po’ il proprio
Zhongdian e Shangri-La, distendendosi in slanci gioiosi. Ci guardiamo, sorridiamo,
chiacchieriamo, ci sfioriamo, finalmente danziamo liberi la vita proprio in
mezzo a Shangri-La che sbiadisce e decade per natura se non la si ritocca noiosamente
ogni giorno con gingilli nuovi di fabbrica.
Mi
piacerebbe fermarmi per un po’ a Gyalthang per conoscere persone, respirare l’aria
di Kawa Karpo e scrivere di quello che mi viene in vari modi raccontato.
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