sabato 25 luglio 2015

Grand Vignemale

Il Grand Vignemale o Pique Longue, parete nord
Partiamo in macchina da Gavarnie, sono le 7 e per me è tardi. La camminata sarà lunga e sarei partita un’ora prima, sprizzante di energia come sono al mattino.

Ci lasciano al parcheggio prima della diga di Ossoue, che significa altri 20 minuti di camminata di approccio su un sentiero piatto e largo che dunque si potevano evitare.
Ma non importa! Oggi
il tempo è dilatato, spero solo di resistere fisicamente.
Arrivo al ghiacciaio
Dalla diga si comincia a salire un po’, ma solo un po’: la pendenza resta lieve e le gambe mi trasportano senza che debba incoraggiarle a spingere, vanno da sé.
Scorgo il ghiacciaio in fondo, poi nell’assenza di tempo mi ritrovo sul suo lembo più basso. Osservo la distesa bianca che sale e continua oltre la cima di una collinetta ma non so per quanto.
Mettiamo i ramponi e ci avviamo.

Il Grand Vignemale dal ghiacciaio
Ancora in leggera salita, giusto per fermare i secondi quel tanto per viverli senza lasciarli scivolare via. Così li assaporo.

Il ghiacciaio si allunga ancora oltre la collinetta, dò un’occhiata veloce alla roccia in fondo che vorrei raggiungere e torno a concentrarmi sui passi, galleggiando nel tempo. Non è faticoso.

 
Superiamo in fretta una zona di ghiaccio un po’ spaccato e poi siamo alla parete di roccia. Via i ramponi che lasciamo con la piccozza ai margini della neve per alleggerirci e poi su, mani e piedi sulle rocce cercando di riempire le sue fessure e avvolgere i suoi spigoli con le dita, intuendo il cammino.

Verso la cima
Solo io e la roccia, non posso distrarmi.


Sulla cima del Grand Vignemale, 3298 metri
La cima è stretta e breve, c’è una semplice colonna di cemento a marcarla, un po’ diroccata ma ingentilita dalle bandiere di preghiera colorate. Un’altra cima da cui far volare i pensieri.
Un elicottero di turisti si ferma un attimo sopra di noi, il pilota ci saluta con la mano poi si butta in picchiata sul ghiacciaio per stupirci, e ci riesce!

Dobbiamo già ritornare. Mi preoccupa la discesa ma come l’attacchiamo mi accorgo che trovo gli appigli facilmente, il tempo ora si contrae nell’intensità della concentrazione e siamo presto al ghiacciaio.
 
Poi una lunga, lunghissima camminata verso il rifugio di Gaube, su e giù per un passo e quindi più in fretta possibile al rifugio successivo perché sta arrivando il temporale. Ci fermiamo pochi minuti a mangiare qualcosa e ripartiamo in fretta. Gli scrosci d’acqua ci inzuppano solo per un quarto d’ora mentre raggiungiamo finalmente Pont d’Espagne.



Vista dal Grand Vignemale
PS: Il grand Vignemale è la cima più alta dei Pirenei francesi e svetta a 3298 metri.

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