giovedì 26 febbraio 2015

Barrhorn


Il rifugio di Turtmann si intravede in fondo lungo la cresta a sinistra del ghiacciaio
In una luminosa giornata di fine estate percorriamo la vallata di Turtmann, diretti al rifugio che porta lo stesso nome e che se ne sta abbarbicato al fianco della montagna proprio di fronte a due mirabili quanto mutevoli ghiacciai.

Siamo oltre i 2000 metri e
la vallata è una composizione di rocce, arbusti, erba breve e stelle alpine.



L’ultimo tratto verso il rifugio è il più ripido, il sentiero si inerpica sassoso in una serie di strette virate fino a sboccare su una terrazza.

Mi volto finalmente, ancora prima di posare lo zaino, e resto incantata davanti ai ghiacciai pieni di sole, appena oltre il dirupo: quello di Turtmann, tutto rilievi, grotte, cascatelle, e quello di Brunegg, che sembra colare come un placido fiume il cui fluido movimento verso valle è stato fissato, e solo apparentemente fermato, nel ghiaccio.

Il ghiacciaio di Turtmann dal rifugio
Il ghiacciaio di Brunegg

Dal rifugio, a 2519 metri, il sentiero continua tra le rocce grigie, lasciate così scoperte al cielo dal ghiacciaio che si è ritirato. Il paesaggio è bellissimo, ruvido e primigenio, insolito per chi vive a quote basse.


Su e su e raggiungiamo il passo di Schöllijoch, a 3343 metri. Guardo in giù sull’altro versante da dove arriva il sentiero che sale dal rifugio Topali e raggiunge il passo con un tratto finale di via ferrata. Un’altra volta proverò a passare da lì.

Dal passo si profilano le due cime del Barrhorn: più vicina quella dell’Inners Barrhorn che raggiunge 3583 metri, poco più in là la cima più alta, l’Üssers Barrhorn, che svetta a 3610 metri.

L' Üssers Barrhorn più lontano e l'Inners Barrhorn in primo piano

L’Üssers Barrhorn è la più alta vetta svizzera, e anzi, pare delle intere Alpi, che si può raggiungere semplicemente camminando, senza equipaggiamento tecnico.
Dal passo le due cime sembrano due lamine lisce e inclinate, disposte in parallelo.

Dove andiamo prima?

Sembrerebbe logico puntare subito all’Inners che è più vicino al passo, ma la vetta principale chiama e chiama, la sua cima è un poco più in alto di quella dell’Inners e io voglio essere al più presto lassù, la frontiera verticale di questa giornata oltre la quale oggi non potrò salire, e guardarmi attorno!
 
Attacco alla cima dell' Üssers
Così discendo un poco per riprendere il sentiero diretto all’Üssers, attraverso la breve sella tra le due cime e poi risalgo lungo quell’erta che si slancia diritta.

Piccole rocce e sassi rotolanti sotto gli scarponi, il ricordo lasciato da un ghiacciaio, spingo verso l’alto contrapponendomi al loro scivolare in giù, passi energici e ritmo costante e presto mi apro, occhi, polmoni e cuore alla piccola spianata della vetta!

Dalla cima dell' Üssers Barrhorn, 3610 metri

Meraviglioso paesaggio: i ghiacciai di Turtmann e Brunegg, addirittura quello di Aletsch che appare in lontananza un po’ soffuso nella foschia, e innumerevoli cime innevate.

Restiamo un poco seduti sotto la croce ad assorbire il paesaggio, il sole, nonché acqua e cibo e con la nuova energia accumulata ci lanciamo sul sentiero da cui siamo venuti, ora “sciando” veloci sugli scarponi in uno slalom, trasportati da quei piccoli sassi rotolanti, giù fino alla sella.

Pochi secondi a ridere per il divertimento, guardando indietro il sentiero disegnato in un unico tratto definito su quella specie di lamina appuntita, poi di nuovo in salita verso l’Inners.

Quasi di corsa, ancora sospinti dall’eccitazione della scivolata lungo il pendio dell’Üssers, arriviamo in cima. Ora tiriamo il fiato e di nuovo non possiamo che rimirare anche da lì la vetta sorella e la sua punta dove ci trovavamo poco prima.

Quindi il ritorno a valle, dalle rocce alle stelle alpine, ai boschi, fino al primo villaggio.


Giù verso valle

Voli immaginari e reali sulle altezze

Vista dall’Üssers Barrhorn: Dente Blanche, Weisshorn, Bishorn, Brunegghorn, Monte Rosa, Jungfrau, Mönch, Eiger…



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